Sud Africa: nuovo Eldorado per l’imprenditorialità italiana

Sud Africa: nuovo Eldorado per l’imprenditorialità italiana

EUROCARNI

Mensile di economia, politica e tecnica delle carni di tutte le specie animali
Anno XII - N° 7 - Luglio 1997

Una missione italiana a Johannesburg e Città del Capo

Sud Africa: nuovo Eldorado per l’imprenditoria italiana

Intervista a Gabriele Utignani, responsabile tecnico della ditta Baroncini e nipote del costruttore romagnolo di impianti di macellazione Serafino Baroncini. Quale futuro nel nostro paese per la carne di struzzo?

di Velello Muratori

Non guardano soltanto ai paesi emergenti dell’Est europeo gli imprenditori italiani grandi o piccoli che siano.
In un’economia che si globalizza ogni giorno di più, l’attenzione per nuove realtà del mercato per investire e produrre e realizzare interscambi vantaggiosi si esplica ormai a 360 gradi.

Lo hanno dimostrato di recente, con un’iniziativa impensabile fino a pochi anni fa, le classi produttive in pieno accordo con gli amministratori pubblici (altro fatto nuovo) dell’Emilia Romagna che si sono spinti in una sorta di ricognizione nientemeno che nell’estremo sud dell’Africa, nel ricchissimo paese che, dopo aver rinnegato l’apartheid che lo aveva isolato dal resto del mondo, si va riaffacciando prepotentemente sui mercati internazionali.

Il mito della vicinanza geografica che induce giustamente gli industriali delle tre regioni più vivaci e dinamiche (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna) a investire risorse, ad aprire fabbriche, a instaurare succursali commerciali o direttamente produttive appena al di la dei confini orientali, dalla Slovenia alla Slovacchia, all’Ungheria, alla Polonia, sta per essere superato, le distanze si misurano non soltanto in chilometri ma in tempi di percorrenza aerea a novecento chilometri all’ora: se il business è conveniente la geografia diventa un optional.

Ed è stato sulla base di queste considerazioni che a Johannesburg e nella capitale Città del Capo si sono svolti incontri e allacciati rapporti d’affari fra imprenditori emiliani e sudafricani, sia a livello personale che di organizzazioni di categoria, rapporti che i “politici” (leggi, in questo caso, pubblici amministratori) hanno avvallato con partecipe presenza assicurando la loro piena disponibilità per la stipula di accordi collaborativi.

Fra gli operatori emiliani che hanno partecipato alla spedizione nella Repubblica del Sud Africa c’era anche il rappresentante di una notissima azienda del mondo della carne: Gabriele Utignani della Baroncini di Voltana (Ravenna), un marchio fra i primissimi, che da oltre mezzo secolo costruisce macelli pe rbovini e suini in Italia, si sta cimentando anche negli impianti per la macellazione degli struzzi, attività quest’ultima che vede la repubblica subequatoriale protagonista indiscussa.

Gabriele Utignani, che è direttore tecnico della Baroncini (il titolare e direttore commerciale è Serafino Baroncini) ha illustrato ai partner sudafricani due progetti per impianti di macellazione di struzzi realizzati a Voltana riscuotendo ampi consensi.

Ma procediamo con ordine.
L’iniziativa congiunta Emilia Romagna/Repubblica del Sud Africa, cioè fra la piccola “Food Valley “padana e la sterminata “Food Valley” subequatoriale – come ha acutamente sottolineato l’onorevole Fabio Fabbri presidente di Tech-Emilia, il consorzio che insieme al Coimex raggruppa 60 aziende per la quasi totalità emiliane -, è l’incontro fra due realtà destinate a convivere per progredire insieme: da un lato il mercato più promettente del mondo, ma che è alla ricerca di nuove energie imprenditoriali e di un background moderno e funzionale, dall’altra il “modello emiliano” delle piccole imprese ad alta tecnologia, flessibili e dinamiche capaci di realizzare varie forme di collaborazione con i partner locali.

Questa collaborazione si può dire già iniziata con l’istituzione di un centro di collegamento permanente a Johannesburg che si porrà al servizio delle imprese locali ed emiliane per favorirne l’attività e la collaborazione.
Sul versante politico la delegazione emiliana, della quale facevano parte l’assessore regionale alle attività produttive, esponenti delle camere di commercio regionali oltre ai dirigenti delle aziende interessate, ha avuto incontri con ministri e viceministri sudafricani, con esponenti dell’Ice, con l’ambasciatore d’Italia a Pretoria Bruno Cabras.
«È stata un’esperienza molto interessante specialmente per noi della filiera carni – ci ha detto Gabriele Utignani-La Baroncini è sempre più rivolta all’estero anche perché in Italia si costruiscono sempre meno macelli (qualcuno dice che ce ne sono già troppi).

Il nostro potenziale produttivo è in crescita, il fatturato anche (un 50110 in più rispetto a un anno fa), quindi guardiamo sia ai mercati dell’Est e di altre nazioni europee, sia a nuovi mercati, fra i quali la repubblica sudafricana, che è anche l’epicentro cui fanno capo gli Stati dell’intera Africa australe, considerato oggi di gran lunga il più interessante e ricco di futuro.

In Sud Africa accanto a grandissimi allevamenti bovini e suini primeggia lo struzzo al quale noi, Baroncini, siamo particolarmente attenti perché lavoriamo a progetti di impianti di macellazione che in Italia non esistono ancora.
Quindi siamo andati là sia per proporci per l’impiantistica di macelli in genere, sia per imparare, nel caso dello struzzo. Abbiamo potuto verificare che i progetti che avevamo portato con noi erano corretti e abbiamo potuto vedere come materialmente avviene la macellazione.

Nella Repubblica sudafricana i macelli per struzzi sono molti, ma almeno finora nessuno a bollo Cee. Abbiamo saputo che qualche impianto sta ottenendo la certificazione in questi giorni e ciò per poter esportare la carne in Europa.

In Sud Africa, infatti, per la carne di struzzo non c’è quasi mercato (l’abbiamo trovata solo in pochi ristoranti, ma come rarità). L’interesse per lo struzzo è riservato alla pelle e in misura molto minore alle piume. Posso fare delle cifre: da uno struzzo di circa 80 chilogrammi si ricavano circa 18 chilogrammi di carne, per metà filetto, per l’altra metà spezzatino meno pregiato, per un
valore complessivo di circa 100 dollari.

La pelle, allo stato grezzo, costa invece circa 400 dollari.»
Abbiamo posto a Gabriele Utignani due ultime domande. La prima: «Considerato quanto ci ha detto finora, è conveniente allevare struzzi in Italia?». La seconda: «C’è un futuro italiano per la realizzazione di macelli specializzati per lo struzzo?».
«Dare una risposta alla prima domanda non è facile. Per quanto l’allevamento italiano sia il primo in Europa, i numeri sono ancora piccoli: siamo solo all’inizio e parametrare costi e ricavi non è ancora possibile. Certo oggi la carne di struzzo viene venduta a prezzi molto alti, ma soltanto perché la domanda è molto superiore all’offerta.

Tabella
Composizione della carne di struzzo (valori medi su 100 g di prodotto)
Acqua 76,1%
Lipidi 1,2%
Proteine 21,7%
Colesterolo 37,8 mg/100 g
Collagene 0,37%
Energia 104,7 kcal/100 g
38 kJ/100 g

Quando l’offerta crescerà i prezzi caleranno. Non è facile neppure dare un’esauriente risposta al secondo quesito. Un macello per struzzi non è assimilabile, va detto subìto, a un macello avicolo, per esempio di tacchini: il modello più vicino è il macello bovino. Un macello solo per struzzi potrebbe essere ipotizzato nelle Marche dove insistono gli allevamenti maggiori, ma non potrebbe servire l’Emilia e il Veneto per i costi di trasporto, che per capi di 80 kg sono molto alti. Un modello (al quale stiamo lavorando) potrebbe essere quello di prevedere reparti per lo struzzo in macelli bovini.

Poi c’è un’altra considerazione: la macellazione dello struzzo, esclusa la prima fase comune al bovino, è tutta manuale, dallo spiumaggio (le piume hanno un valore e vanno tolte e cernite delicatamente) alla spellatura.
Quindi, quale futuro si prospetta per l’offerta di carni di struzzo al consumatore?

Le prospettive sono buone: la carne di struzzo, priva di colesterolo, ricca di sali minerali, non grassa, di ottimo sapore, finirà per conquistare le mense e costerà sempre meno. Per questo credo nel futuro dell’allevamento e quindi anche nel nostro futuro come costruttori di macelli specializzati o misti.»

Un momento della macellazione
Phumzile Mlambo-Ngucka, viceministro Commercio e Industria del Sud Africa
Il geometra Gabriele Utignani con il dottor Rovelli della comunità italiana di Johannesburg al ricevimento Centro Studi Italiani "D. Alighieri"
Da sinistra: l'ambasciatore dott. Bruno Cabras, il dottor Zoboli presidente Ccia RE, il dottor Serra direttore Centro Estero Camere Commercio Emilia Romagna, il dottor Armando Campagnoli assessore attività produttive Emilia Romagna, Cris Gilmore, Andrea Bollo direttore Camera di Commercio italo-sudafricana di Johannesburg.
Carcasse di struzzo in cella di prerefrigerazione.
Mattatoio struzzi nelle vicinanze di Johannesburg; da destra: dott. Agostino Sinigaglia, dott; dott. Elio Ragno, il titolare del macello, dott.ssa Foni, geom. Gabriele Utignani, geom. Guido Rossi.
Box di sosta per struzzi.
All'ingresso della sede del Consorzio Coimex S.A. a Johannesburg, da sinistra: dott. Armando Campagnoli assessore attività produttive Emilia Romagna, dott. Zoboli presidente Camera Commercio RE, dott. Serra direttore Centro Estero Camere Commercio Emilia Romagna, dott. Giuseppe Quaini presidente Coimex UC.
Da sinistra: dott. Agostino Sinigaglia, dott. Davide Ragno, dott. Elio Ragno.
Workshop in Johannesburg. al centro Gabriele Utignani, direttore tecnico della ditta Baroncini, impegnato in un colloquio di affari.
Saporiti piatti preparati con carni di struzzo.
L'Osteria "Antico Dolo " di Venezia (Sestriere S. Polo ), gestore rag. Bruno Ruffini, centro gastronomico della cucina e dei prodotti alimentari italiani in Sud Africa.

EDM Baroncini